I Radiodervish sono il gruppo che più di ogni altro ha definito appieno una poetica e una visione del mondo schierata dalla parte di un’Italia ponte tra Europa e Mediterraneo. Nati nel 1997 dal sodalizio artistico tra Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, i Radiodervish cantano di uomini e donne appartenenti a spazi, culture e tempi differenti, alla ricerca di varchi e passaggi tra Oriente e Occidente.
La canzone, per i Radiodervish, è un laboratorio che vuole invitare l’ascoltatore ad uscire dalla monotonia del pensiero unico per contattare una idea di cultura che ritrovi nella sua vocazione mediterranea la forza per costruire un inedito umanesimo al fine di generare un mondo plurale. In questo senso i Radiodervish tracciano da subito la rotta della loro poetica musicale, dando vita a un originale cantautorato che amano definire “mediterraneo”. L’incontro tra culture diverse viene da loro declinato musicalmente in un incontro tra mondi sonori differenti, accompagnati da testi colti che uniscono lingue diverse, dall’italiano all’arabo, dal francese allo spagnolo e all’inglese.
In più di vent’anni di attività, i Radiodervish sono stati ospiti dei più importanti palcoscenici italiani ed internazionali: il Blue Note di Milano, il Dingwalls di Londra, l’Olympia di Parigi, l’Opera House del Cairo, il Festival de Carthage in Tunisia, etc. Numerose collaborazioni con Franco Battiato, Giovanni Lindo Ferretti, Noa, Giuseppe Battiston, Nicola Piovani e molti altri.
Three For One, formazione crossover composta da Alberto Gurrisi all’organo, Egidio Marchitelli alla chitarra, Fabio Colella alla batteria. La scelta del repertorio non è vincolante bensì è un pretesto per lanciare i musicisti stessi in costruzioni di atmosfere parallele che si aprono a dialoghi istantanei ed estemporanei che trasportano i musicisti e il loro pubblico in pindariche evoluzioni sensoriali.
Il genere è anche questa un’incognita vista la disparata provenienza stilistica dei tre componenti…. quindi potrebbe capitarvi di ascoltare un brano pop che con una estrema facilità passando per una fuga di Bach si tramuta in una raffinata ballad jazz che si evolve in un ritmato funk e culmina, infine, in un vortice di psichedelia elettronica. Detto questo non ci resta che augurarvi buona musica sperando di vedervi numerosi.
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