Bari in Jazz 2016

La dodicesima edizione del festival Bari in Jazz si ripresenta anche quest’anno in versione metropolitana confermando l’importante novità che ha segnato lo scorso anno un passaggio nella storia della rassegna organizzata dall’associazione culturale Abusuan in collaborazione con l’associazione Murattiano.

Musica e territorio. Il festival si espande come un’onda sonora dal capoluogo pugliese fino ai comuni della città metropolitana che ospiteranno gli eventi musicali in programma: Bari, Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Conversano, Corato, Gioia del Colle, Giovinazzo, Gravina in Puglia, Molfetta, Polignano a Mare, Turi. In tutto più di 20 performance live e altri eventi correlati capaci di attrarre un pubblico eterogeneo per interessi e gusti musicali, grazie ad un cartellone ricco di importanti presenze nazionali ed internazionali e talenti locali, selezionati dal direttore artistico, il musicista Luca Aquino.

Bari in Jazz 2016, che fa parte dell’Apulia Jazz Network, la rete dei festival jazz di Puglia Sounds, si conferma quindi  come un festival diffuso: dal 1° giugno al 28 luglio riempirà luoghi di pregio e piazze: Cattedrale e Auditorium Vallisa a Bari, piazza  Duomo a Giovinazzo, piazza Gonnelli a Turi, piazza Sedile a Corato, l’Atrio di Palazzo de Mari ad Acquaviva delle Fonti; i concerti di artisti  di fama internazionale si terranno anche sulla spiaggia di Cala Paura a Polignano, al Trullo Sovrano ad Alberobello, al Chiostro di San Benedetto a Conversano, al Castello Svevo di Gravina in Puglia, al teatro Rossini a Gioia del Colle e all’anfiteatro Ponente a Molfetta. Novità di questa seconda edizione metropolitana è il Bari in Jazz Kids, una sezione dedicata ai ragazzi, con il sostegno della compagnia aerea Royal Jordanian, in collaborazione con la Jordanian National Orchestra Association e l’ Orchestra Borgo Antico e Città dei bimbi e che rientra all’interno della campagna internazionale UNESCO #UNITE4HERITAGE.

“Da qualche mese, con la conferma delle onde gravitazionali, già anticipate dal Albert Einstein nel 1916, abbiamo la certezza che anche l’universo ha un suono – commenta il direttore artistico del Festival metropolitano Bari in Jazz, Luca Aquino – Qualche giorno fa ho ascoltato la prima registrazione sonora, effettuata e condivisa on line dagli scienziati dell’osservatorio LIGO, e ho provato la stessa emozione di quando ascoltai, per la prima volta, il suono soffiato di Chet Baker e la stellare versione di “My Funny Valentine” di Miles Davis. L’ampiezza e la profondità dei loro silenzi, la maestosità di ogni singola nota, il senso di rotazione del loro vibrato, il pensiero lucido e allo stesso tempo etereo, sempre alla base della loro attività creativa, nel caso di Miles dirompente come la collisione di quei due buchi neri che ha dato il La all’onda sonora rilevata. La musica è viva se libera. Nella nostra galassia ci sono nove miliardi di pianeti abitabili come la Terra e nell’universo osservabile ci sono cento miliardi di galassie. Buona musica”

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